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ragazza che pratica chakorasana al mare in costume da bagno con sfondo cielo

Ashtanga Yoga

01

Che cos'è

Uno degli stili di yoga tradizionali ad oggi più diffusi grazie i suoi straordinari risultati: attraverso una rigorosa disciplina e imparando ad utilizzare il respiro correttamente, il corpo e la mente lavorano all’unisono, ottenendo benefici a vari livelli: migliora la postura, aumentano i livelli di energia mentale e fisica, diminuisce lo stress. Consigliato a chi non ha paura di sudare.

03

Il corpo sa tutto

Nell’abitudine alla parola, all’agire attraverso il ragionamento intellettuale, ci dimentichiamo come imparare attraverso l’esperienza del nostro corpo. Se ci pensiamo bene é buffo, non abbiamo imparato sui libri come muovere i primi passi, crescendo però ci ostiniamo ad approcciarci con la nostra mente razionale a tutto ciò che é invece, un apprendimento fisico e intuitivo. L’Ashtanga yoga ci aiuta a ritrovare questa dimensione: al di là delle parole e della teoria sono i gesti che insegnano: nella pratica silenziosa, il contatto fisico tra insegnante e allievo aiuta a capire attraverso il “sentire”

02

L' Ashtanga non fa per me

Capita molto spesso di sentire questa frase. Le persone si fanno scoraggiare dal mito di asana impossibili e dall’idea che questo tipo di yoga sia molto faticoso e impegnativo. Non c’è nulla di più scorretto. Nella sua forma tradizionale Mysore Style la sequenza viene insegnata passo passo e in maniera personale. Ogni asana viene appresa secondo il ritmo del praticante, lasciando il tempo al corpo di capire cosa deve fare. La pratica diventa così personale e autonoma.
Se in altri stili di yoga è l’allievo che si adatta alla struttura del gruppo, in questo caso ognuno detta il proprio ritmo, seguendo il flusso del proprio respiro.

Cosa ci può essere di più semplice?

04

La shala

La shala è la casa dello yoga.

Questa casa si trova a Moncalieri, presso Wellness Lab 360, ma anche a Torino, in diverse sedi.

Siamo itineranti e passeggianti.

Scrivici per saperne di più.

Mantra.

Il mantra iniziale dell’Ashtanga Yoga è il modo in cui dedichiamo i meriti e gli sforzi della nostra pratica personale ai Maestri che ci hanno preceduto:

auṁ
vande gurūṇāṁ caraṇāravinde
sandarśita svātma sukhāva bodhe ||

MI INCHINO AI PIEDI DI LOTO DEL SUPREMO GURU CHE INSEGNA LA VERITÀ,
MOSTRANDO IL SENTIERO PER CONOSCERE LA VIA DEL RISVEGLIO.

Questa frase simboleggia un profondo rispetto per Patanjali, inteso come Guru Supremo. [essendo gurunam plurale, riconosciamo non solo Patanjali come Guru, ma tutti i Maestri, i praticanti che hanno percorso questo cammino prima di noi]. Inchinarsi (Pranam) è un gesto comune in Asia. Simbolicamente ci aiuta a centrarci sul momento presente e a essere più semplici, sensibili e umili.

“I piedi di loto” è una formula classica attribuita ai maestri, in quanto rappresenta l’elevarsi dalla condizione umana verso la consapevolezza dello spirito: il loto cresce in acque torbide eppure il fiore è immacolato, per questo è il simbolo di chi vive nel mondo senza esserne contaminato. Ci inchiniamo perciò, ai Guru che attraverso la pratica dello yoga hanno superato le insidie della vita e hanno ottenuto il Risveglio. 

niḥ-śreyase jaṅgali-kāyamāne
saṁsāra hālāhala mohaśāṁtyai 

EGLI, AGENDO COME UN MEDICO DELLA GIUNGLA, ELIMINA I VELENI CAUSATI DAL SAMSARA

Jangalikayamane viene tradottto dal sanscrito come “guaritore”, “Medico della giungla” o “Incantatore di serpenti”. Il Medico della giungla è il saggio, lo sciamano, colui che conosce. Patanjali è l’incantatore, colui che è in grado di estrarre il veleno dai serpenti. Con questa immagine evocativa, riconosciamo il potere che ha lo yoga di essere un antidoto che elimina i veleni, cioè la sofferenza causata dall’eterno ciclo di vita morte e rinascita (Samsara)

 

[Nella vita quotidiana: Attraverso la pratica impariamo ad abbandonare gli schemi ripetitivi e familiari che mettiamo in atto, impariamo ad osservarci diventando noi stessi “guaritori”]

ābāhu puruṣākāraṁ
śaṁkhacakrāsi dhāriṇam |
sahasra śirasaṁ śvetaṁ
praṇamāmi patañjalim

EGLI HA LA PARTE SUPERIORE DEL CORPO DI FORMA UMANA

IMPUGNA UNA CONCHIGLIA, UN DISCO E UNA SPADA

Patanjali, secondo uno dei miti, è figlio di Ādiśesa (signore dei serpenti e trasportatore di Vishnu) e la yogini Gonika: viene perciò raffigurato metà umano metà serpente. Ha a disposizioni alcuni oggetti rituali: una conchiglia, un disco e una spada (anche Visnu viene spesso raffigurato con gli stessi oggetti).

 

Nelle scritture induiste la conchiglia di Vishnu è conosciuta come la Shankha, e il suo potere consiste nel donare la fama, la longevità e le prosperità. Il disco invece, è la ruota del tempo: Sudarshana Chakra che indica la visione propizia.

Il terzo simbolo è una spada. Generalmente Vishnu viene raffigurato con la mazza, chiamata Kaumodaki, in entrambi i casi è l’arma con cui si sconfigge l’ignoranza, è il simbolo della forza che dona la conoscenza.

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